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Destination Wedding in Italia: un'intervista al Centro Studi Turistici di Firenze

Una chiacchierata con il Dott. Gianfranco Lorenzo, Direttore Studi e Ricerche del Centro Studi Turistici di Firenze, sul fenomeno del Wedding Destination, empre più influente non solo in termini di mondo del wedding, ma anche di abitudini sociali, di turismo; non a caso è il fulcro dei nostri Wedding Club

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Il fenomeno di Wedding Destination diventa di stagione in stagione sempre più influente non solo in termini di mondo del wedding, ma anche di abitudini sociali, di turismo, non a caso è il fulcro dei nostri Wedding Club. Si tratta naturalmente di un mercato nuovo dalle potenzialità ancora tutte da scoprire e, vista l’esponenziale crescita di questi ultimi anni, capace di offrire interessanti spunti di ricerca volti all’analisi, ma anche quindi al miglioramento. Il Wedding Destination è un settore in forte crescita, che nel 2016 ha generato oltre 1,3 milioni di presenze turistiche e un aumento del volume d’affari che supera i 440 milioni di euro.

Molti stranieri che si sposano in Italia non organizzano l’evento in forma autonoma, ma si affidano a professionisti in loco stanziando budget pari a una media di 54.516 euro per ogni evento. Il 2016 ha visto il Belpaese come cornice di ben 8.085 eventi, contando 408 mila arrivi per un totale di 1,368 mln presenze, con una media di 50  invitati per ogni ricevimento. Si tratta quindi di cerimonie intime ma di grande prestigio.

Per questo abbiamo pensato di rivolgere qualche domanda al Dott. Gianfranco Lorenzo, Direttore Studi e Ricerche del Centro Studi Turistici di Firenze, Associazione senza scopo di lucro composta da operatori pubblici e privati creata nel 1975 che svolge attività di studio, ricerca, formazione e consulenza in materia di turismo.

1. Il campione preso in esame e la precisione dei dati lasciano intendere un lavoro molto lungo di verifiche e analisi, da cosa è nato il desiderio di approcciarsi a questa ricerca?

Il Centro Studi Turistici di Firenze si confronta continuamente con il mondo imprenditoriale, non solo perché le aziende sono i principali attori dei sistemi di offerta, ma soprattutto per la loro posizione privilegiata nel percepire il trend e il “sentiment” del mercato. È proprio a seguito dei continui scambi di informazione con alcuni wedding planner della Toscana che abbiamo maturato l’idea di tentare una misurazione del fenomeno. Con il passare del tempo sono sempre più frequenti le occasioni di conferma che il wedding destination sia diventato una “nicchia” di mercato decisamente interessante, non solo per la ricaduta economica, ma anche per l’affermazione dell’immagine territoriale di una destinazione, grazie alla promozione indiretta che ne scaturisce.

SalvareJay Studio - Wedding Photography
Jay Studio – Wedding Photography

2. Quanto influiscono nella vostra analisi, o per la vostra esperienza, le spinte dei professionisti del settore sulla scelta delle wedding destination delle coppie straniere?

Sono sicuramente determinanti, ma non va trascurato che l’Italia ha un ottimo posizionamento per quel che riguarda la tradizione culturale e artistica, il paesaggio, la qualità dei prodotti e lo stile di vita. Il Paese, ma soprattutto alcune regioni, esercitano una forte attrazione nei confronti di paesi geograficamente e culturalmente lontani, al punto da eleggerla come luogo ambito per trascorrervi un’esperienza di soggiorno. Non stupisce pertanto che alcuni scelgano di celebrare un avvenimento importante della loro vita proprio in una precisa località del nostro Paese.

3. C’è un motivo specifico per spiegare il trend di crescita leggermente inferiore agli anni precedenti del settore del wedding tourism?

Pur essendo un mercato economicamente interessante, rimane comunque una “nicchia” e pertanto non si possono avere aspettative di crescita costanti. Anche questo segmento, del resto, sarà influenzato dalle dinamiche sociali, culturali, economiche e comportamentali che si potranno verificare nei rispettivi paesi di provenienza della domanda.

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Matrimoni all’italiana

4. A rispondervi sono stati in più di 1.500 operatori del settore, ma quanti ne avete contattati e quanto, più in generale il settore si è rivelato collaborativo durante il vostro studio?

Circa 7/800 in più rispetto alle risposte effettive. Inizialmente il coinvolgimento delle imprese è sempre molto complicato. Direi che nel complesso la collaborazione non è mancata, ma rimane sempre difficile indagare tutti gli aspetti dell’operatività aziendale, probabilmente per non far emergere le scelte di politica aziendale o per non creare i presupposti per misurare la redditività dell’azienda.

Ringraziando il Dott. Gianfranco Lorenzo, Direttore Studi e Ricerche del Centro Studi Turistici di Firenze, per la sua disponibilità, l’obiettivo, quindi, resta sempre quello di comprendere punti d’orgoglio e talloni d’Achille. Una finalità che diventa essenziale se lo scopo è ottenere una crescita dei numeri turistici interessati al fenomeno del Wedding Destination, ma ancora di più se la volontà è quella di soddisfare esigenze, anche future, di questi potenziali ospiti stranieri. Un lavoro quotidiano che avrebbe bisogno della cura delle Istituzioni attraverso infrastrutture e direzioni politiche sensibili, ma allo stesso tempo dagli operatori di settore che dovrebbero cambiare, in un certo modo, la prospettiva e cercare la crescita dell’intero insieme a cui appartengono, piuttosto che soltanto del loro particolare.

 

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