Perché ci sposiamo così? Il matrimonio tra storia, tradizioni e miti

Vi siete mai chiesti da dove provengono le tradizioni relative al matrimonio come fiori d'arancio e damigelle? Ve lo spieghiamo noi

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Care spose e future sposine all’ascolto,

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Sono Isabella Stoja e da oggi curerò una rubrica pensata apposta per voi. Nulla di visto prima: sarà una finestra innovativa sul mondo wedding! Vi svelerò cose che nessuno vi ha detto prima e fugherò tutti i vostri dubbi. In questo primo appuntamento partiamo già alla grandissima. Ma voi sapete perché ci sposiamo nel modo in cui ci sposiamo? Sembrerebbe una domanda assurda o pleonastica, ma non è così! Oggi vi guiderò tra miti, leggende e tradizioni del mondo del matrimonio, dall’Antica Roma sino ai giorni nostri. Iniziamo…

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Andrea Calvano

Il fidanzamento

L’anello di fidanzamento è, universalmente, il simbolo ufficiale della decisione della coppia di unirsi in matrimonio. Oggi gli sposi annunciano le nozze dopo essersi scambiati l’anello in forma privata, ma l’usanza di regalare alla futura sposa questo gioiello risale al periodo dell’Antica Roma, in cui si organizzava una festa dedicata all’annuncio delle nozze, durante la quale il fidanzato donava alla sua promessa vari regali più o meno costosi, tra cui un anello di ferro rivestito d’oro oppure interamente d’oro (per le famiglie più agiate).  Il gioiello veniva infilato all’anulare sinistro della sposa poiché i primi studi di medicina risalenti all’Antica Grecia dichiaravano che in questo dito ci fosse un nervo sottilissimo collegato direttamente al cuore. Per questo è da sempre l’anulare sinistro ad avere l’onore di portare un simbolo così importante!  Come da galateo, ancora oggi lo sposo regala l’anello di fidanzamento mentre la sposa dovrebbe replicare  con un dono di altrettanto valore (quale un orologio d’oro).

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I fiori d’arancio

Nonostante le numerose leggende su questo tema, è sempre all’Antica Roma che dobbiamo la tradizione (e i molteplici detti) sui fiori d’arancio a simbolo delle nozze. La sposa, infatti, nel giorno del matrimonio indossava sopra l’acconciatura un velo fermato da una corona decorativa. Durante l’età di Cesare e di Augusto era formata da maggiorana e verbena, che più tardi nell’età imperiale cedettero il passo a mirto e  fiori d’arancio!

L’ingresso della sposa

Quale donna non aspetta sognante di percorrere la famosa navata? Che il rituale del matrimonio sia religioso o civile, è noto a tutti il galateo dell’ingresso della sposa e della  disposizione degli invitati. Gli ospiti, amici e parenti di lei si troveranno a sinistra dell’entrata, quelli di lui  sulla destra. La sposa infatti farà il suo ingresso stretta al braccio sinistro di suo padre (o direttamente dello sposo).  Questo perché, in epoca medievale, la donna era da proteggere: gli uomini non sposati avrebbero potuto  attaccare la ragazza per rapirla e portarla via al futuro marito. Così il padre lasciava libero il braccio destro,  che per antonomasia era quello con cui si afferrava la spada, pronto a difendere la virtù della figlia.  All’uscita, oggi come ieri, la sposa invece è a destra dello sposo, perché ormai è moglie e non ha più nulla da  temere sotto la tutela del marito.

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Dario Graziani Wedding Photographer

Le damigelle

È coreografico e pittoresco il corteo che molte volte precede l’entrata della sposa. Il ruolo viene spesso affidato a bambine o paggetti, o alle amiche della sposa, le cosiddette damigelle. Ma una su tutte (ancora adesso nella concezione anglosassone del matrimonio) ha maggior rilievo: la made of  honor, damigella d’onore. Ed è ancora il Medioevo a insegnarci perché è lei a occuparsi del velo o dello  strascico della sposa, chiudendo il corteo: per attirare su di sé il malocchio, le maldicenze, le dicerie dei  curiosi o degli invidiosi, in modo che non “colpiscano” la futura moglie. Un esempio attuale ed eclatante? Pensate alle regalissime nozze della Duchessa di Cambridge: lei passa alla storia come sposa del secolo, mentre su sua sorella Pippa Middleton i commenti si sono sprecati.

L’entrata in casa in braccio al marito

Uno tra i momenti più romantici e memorabili del giorno più bell Dall’Antica Roma arriva anche la prassi di varcare la soglia di casa in braccio allo sposo.  Questi, giunto sulla porta, chiedeva “Chi sei?” alla moglie, che ripeteva la stringatissima (e bellissima)  formula che sanciva il matrimonio nel rito romano: Ubi tu Gaius, ego Gaia (Dove tu sei Gaio, io sarà Gaia).  Allora lo sposo la accompagnava in casa prendendola in braccio, in modo che l’emozione non la inducesse a varcare la soglia avanzando con il piede sinistro o a inciampare, presagi infausti poiché avrebbero significato che non era bene accetta dai Lari e dai Penati, le divinità romane a protezione della casa e della  famiglia.

SalvareMarco Ficili
Marco Ficili

E voi eravate a conoscenza di queste tradizioni delle nozze così radicate nel tempo e nello spazio? Attenzione a non entrare in paranoia pensando eccessivamente ai riti scaramantici per evitare figuracce, anche perché è scientificamente provato che dimenticherete almeno una di queste 5 cose nel vostro giorno più bello. L’unica parola d’ordine da seguire è…TRANQUILLITÀ!

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