Se fino a qualche anno fa quello degli abiti da sposa era un mondo, oggi si è radicalmente trasformato in un universo. E vuoi per il downshifting, vuoi perché la moda è in costante trasformazione o perché le spose di nuove generazione hanno ampliato i loro orizzonti, ma spopolano sempre più gli abiti da sposa low cost. Perché spendere meno non è sinonimo di spendere male: ovviamente senza mai perdere di vista il gusto e il glamour.
Proprio per questo oggi vogliamo parlarvi di un brand ormai famosissimo in Italia che già da qualche anno ci regala degli splendidi modelli adatti alle spose della Generazione Y. Parliamo di Kiabi che in questo 2017 lancia sul mercato Flora, un abito che è molto più di un semplice “composto” di tessuti. Flora a prima vista è un abito da sposa semplice, a cui non mancano tocchi vintage. È un modello scivolato, senza orpelli né sovrastrutture, con uno scollo a V poco profondo.
Ma Flora, oltre alle caratteristiche di primo impatto osservabili da tutti, nasconde ben due segreti. Il primo non è un vero e proprio mistero e fa riferimento al prezzo. Che cifra spendereste per questo adorabile abito total white? E se vi dicessimo che costa solo 80 euro? Non si tratta di sogni ma di una candida realtà che farà la felicità del portafogli di molte di voi. Ma il vero quid si nasconde al suo interno! In una delle balze dell’abito troviamo dei semi di fiordaliso, il fiore che rappresenta la felicità. È un richiamo all’eco-friendly, alla nascita e alla rinascita, all’amore che dovrà sbocciare anno dopo anno. È che il 2017, con la scelta del Greenery come colore dall’anno, si fonda su questi concetti di passione per il creato e per tutto ciò che ci circonda. Sarebbe cosa buona e giusta che dopo la cerimonia andaste a coltivare questi semini nel vostro giardino per chiudere il cerchio di un matrimonio boho-chic che sa di eterno. Amore per la terra, amore per la natura, amore per l’amore.
Che ne pensate di questa innovativa proposta firmata Kiabi? L’universo wedding è uscito dal suo angolino di riparo ed ha finalmente “contaminato” tanti altri campi, dal green al low cost.
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